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Omicidio Capone a Gravina di Puglia: pena confermata in Appello

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    BARI - La Corte di Assise di Appello ha confermato la condanna a 15 anni e 4 mesi reclusione per l’imprenditore 72enne di Gravina in Puglia Gaetano Scalese, accusato di aver ucciso con due colpi di pistola a bruciapelo, la sera del 10 marzo del 2014, Pietro Capone, un uomo di 49 anni conosciuto in paese come il «paladino della legalità» per le sue battaglie contro l’abusivismo edilizio.
    I giudici hanno rigettato l’appello della procura generale, che chiedeva il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione, e anche quello della difesa dell’imputato.
    Nel processo erano costituiti parti civili i fratelli della vittima, assistiti dagli avvocati Giovanni Battista Colonna e Sergio Casareale. Le motivazioni della sentenza si conosceranno tra 90 giorni.

    i rapporti tesi tra vittima e imputato Capone - hanno ricostruito le indagini della Squadra Mobile di Bari con il commissariato di Gravina, coordinate dal pm Fabio Buquicchio - aveva fatto decine di denunce contro pubblici amministratori e anche contro diversi imprenditori, che gli erano costate diverse denunce. Ne aveva fatta qualcuna anche nei confronti di Scalese, che secondo Capone aveva costruito un edificio sconfinante sulla sua proprietà.
    Dalle testimonianze raccolte durante le indagini è emerso che già tre anni prima dell’omicidio l’imprenditore aveva detto che «gliel’avrebbe fatta pagare».

    Il conflitto tra i due, a botta di minacce, denunce e aggressioni fisiche, era cominciato nel 2010. La vicenda, che di fatto aveva bloccato l’attività edilizia di Scalese, sarebbe approdata a processo il 5 maggio 2014, quasi due mesi dopo l’omicidio.

    A indirizzare sin da subito le indagini sull’imprenditore arrestato, erano state queste vicende giudiziarie ma anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza che avevano ripreso l’auto usata dal killer, una fiat Punto bianca, che secondo l’accusa era di proprietà di Scalese. È stato così ricostruito che l’assassino, individuata la vittima mentre rincasava, l’avrebbe seguita in auto per le strade semi-deserte di Gravina, colpendola a morte pochi metri prima che raggiungesse la sua abitazione con un colpo alla nuca e uno quando era già per terra. Le immagini delle telecamere di alcuni negozi lungo la strada mostravano la vittima a piedi e a poca distanza la Punto bianca che la seguiva, fermandosi a pochi isolati dalla casa di Capone. Si vedeva un uomo uscire e dopo soli due minuti rientrare in macchina e allontanarsi. In quei due minuti, secondo l’accusa, Capone è stato ucciso.

    Nei tre anni di indagini sono state raccolte consulenze tecniche sull’auto, sui video, sui tempi di percorrenza a piedi dei vicoli dove è avvenuto il delitto. Scalese è finito in cella nel giugno 2019, più di cinque anni dopo l’omicidio.

    La Gazzetta del Mezzogiorno 25/04/2024 :ban.gif: :chair.gif: :giljotiini.gif:

     
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